Nel panorama vitivinicolo italiano, pochi nomi evocano una tale ricchezza di espressioni come la Vernaccia. Non si tratta di un unico vitigno né di un solo stile, ma di un mosaico enologico che attraversa quattro regioni – Toscana, Sardegna, Marche e Umbria – e si declina in vini dal carattere sorprendentemente diverso. Bianco, rosso, spumante, passito, secco o dolce: ogni Vernaccia è figlia del proprio territorio, custode di una tradizione e ambasciatrice di una cultura.
Questo viaggio parte dal cuore medievale della Toscana per approdare alle colline marchigiane, sfiorare il cuore verde dell’Umbria e concludersi tra le brezze saline della Sardegna. Un racconto in quattro tappe, ognuna con un’anima distinta e affascinante.
Vernaccia di San Gimignano: l’eleganza della semplicità
Nel cuore della Toscana, incastonata tra torri e colline, nasce la Vernaccia di San Gimignano, primo vino italiano a ottenere la DOC nel 1966 e successivamente la DOCG. È un bianco asciutto e raffinato, dal colore giallo paglierino con riflessi dorati, noto per le sue note fruttate, floreali e minerali, e per il suo inconfondibile retrogusto amarognolo di mandorla.
La sua versatilità gastronomica lo rende perfetto con pesce, molluschi, carni bianche, ma anche con salumi delicati e formaggi freschi. Un vino che, pur nella sua semplicità, riesce sempre a lasciare il segno.
Vernaccia di Oristano: la profondità del tempo
Spostandoci in Sardegna, troviamo una delle espressioni più affascinanti della viticoltura isolana: la Vernaccia di Oristano. Prodotto quasi esclusivamente nella provincia omonima, questo vino unico è frutto di una maturazione ossidativa in botti scolme, metodo simile a quello utilizzato per lo Sherry. Ne risulta un bianco dorato, quasi ambrato, ricco di note di frutta secca, miele, spezie e salmastro, dotato di grande struttura e longevità.
Può essere secco o liquoroso e si abbina magnificamente a zuppe di pesce speziate, bottarga, formaggi erborinati e piccanti, ma anche a pasticceria secca a base di mandorle, secondo la tradizione isolana.
Vernaccia di Serrapetrona: le bollicine che non ti aspetti
Dalle dolci alture marchigiane arriva un vino che sorprende per tecnica e carattere: la Vernaccia di Serrapetrona DOCG. È uno spumante unico nel panorama italiano, ottenuto attraverso tre fermentazioni – una delle quali sui grappoli appassiti – che ne amplificano la complessità.
Disponibile sia in versione secca che dolce, si distingue per il suo colore dal rubino intenso al granato, e per i profumi vinosi, speziati, di frutti di bosco. Vino da festa e da meditazione, si accompagna bene a salumi tipici come il ciauscolo, formaggi locali, ma anche a dolci secchi marchigiani come cavallucci o ciambelline.
Vernaccia di Cannara: l’anima dolce dell’Umbria
A Cannara, in provincia di Perugia, la Vernaccia nera dà vita a un vino passito che è una perla rara dell’enologia umbra. La Vernaccia di Cannara si presenta con un manto rosso scuro, profumato di frutta rossa matura, spezie dolci, cacao, con tannini decisi e una freschezza che bilancia la dolcezza residua.
Tradizionalmente abbinato alla torta al formaggio pasquale con salumi nuovi, accompagna perfettamente anche formaggi stagionati, cioccolato fondente e pasticceria secca. È un vino che racconta la memoria contadina e i ritmi lenti delle festività umbre.
Un nome, quattro territori, infinite emozioni
Quella della Vernaccia è una storia corale, un nome che attraversa l’Italia vitivinicola lasciando tracce indelebili. Ogni versione racconta un diverso modo di intendere il vino, riflettendo la geografia, il clima, la cultura e la sensibilità enologica del luogo in cui nasce.
Per gli appassionati, degustare le quattro Vernacce significa compiere un vero e proprio viaggio sensoriale da nord a sud, dalle coste tirreniche all'entroterra appenninico, dalla sapidità marina alla dolcezza del frutto passito. Un viaggio che unisce, nell’insegna della varietà, ciò che c’è di più autentico e sorprendente nel vino italiano.