Il tappo nel vino: tradizione contro innovazione, il caso del progetto "Svitati"

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Nel mondo del vino, la scelta del tappo è da sempre un dilemma che divide appassionati, produttori e consumatori. La tensione tra tradizione e innovazione si manifesta chiaramente nel confronto tra il tappo in sughero naturale e il tappo a vite (Stelvin). Ciascuno dei due sistemi ha i propri sostenitori e detrattori, e il dibattito continua ad evolversi in parallelo all’innovazione tecnologica e alle esigenze di mercato.

 

Il dilemma del tappo: tradizione e innovazione a confronto

 

La scelta del tappo rappresenta un tema di grande importanza nell’enologia. Da un lato, c’è il tappo in sughero naturale, simbolo di una tradizione antica che ha accompagnato la storia del vino per secoli. Dall’altro, il tappo a vite, una soluzione moderna che promette sicurezza, praticità ed efficienza nel preservare le caratteristiche organolettiche del vino. Questo confronto mette in luce come il mondo vinicolo sia costantemente alla ricerca dell’equilibrio perfetto tra innovazione e rispetto per la tradizione.

 

Il fascino del sughero naturale

 

Il tappo in sughero è da sempre amato per il suo fascino innegabile e la sua storia ricca di tradizione. La sua elasticità permette una micro-ossigenazione che favorisce un’evoluzione armoniosa del vino in bottiglia, contribuendo a sviluppare complessità, morbidezza e carattere nel prodotto finale. Il sughero non è solo un elemento funzionale, ma anche un pezzo di tradizione che evoca l’artigianalità e la cura dei dettagli nei processi di imbottigliamento.

 

I limiti del sughero: il rischio del "sapore di tappo"

 

Nonostante i numerosi pregi, il sughero naturale non è esente da problematiche. Uno dei difetti più temuti è il cosiddetto "sapore di tappo", un fenomeno che può compromettere irrimediabilmente il gusto del vino, alterandone l’equilibrio e la purezza. Inoltre, la porosità intrinseca del materiale non sempre garantisce una perfetta tenuta, e in alcuni casi si verificano perdite di ossigeno o contaminazioni indesiderate. Questi aspetti hanno spinto molti produttori a cercare soluzioni alternative per proteggere il vino e mantenerne intatte le qualità.

 

L'avanzata del tappo a vite: praticità, sicurezza e sostenibilità

 

Negli ultimi anni, il tappo a vite ha guadagnato terreno grazie a numerosi vantaggi tecnici ed economici. La sua tenuta ermetica previene efficacemente l’ossidazione del vino, proteggendo le caratteristiche organolettiche e permettendo una conservazione più uniforme nel tempo. Oltre alla praticità d’uso – che consente un facile accesso e una migliore riciclabilità – il tappo a vite si configura come una scelta moderna e sostenibile, rispondendo alle esigenze di un mercato sempre più attento all’impatto ambientale e alla qualità del prodotto.

 

Il progetto "Svitati": una sfida alla tradizione

 

Un contributo fondamentale alla diffusione del tappo a vite è rappresentato dal progetto "Svitati", lanciato nel 2021 su iniziativa di Walter Massa, produttore di Barolo. Questo gruppo, composto oggi da una decina di viticoltori innovativi, promuove con determinazione l’utilizzo del tappo a vite anche per vini pregiati, sfidando i preconcetti legati alla tradizione. Il progetto "Svitati" si propone di dimostrare che il tappo a vite non è incompatibile con i vini di alta gamma, ma anzi può esaltare le peculiarità e la personalità di un Barolo, come testimoniato dall’ultima uscita ufficiale: un Barolo 2013, presentato con tappo a vite da Sergio Germano, erede dell’azienda Ettore Germano di Serralunga d’Alba. Questo innovativo passo rappresenta una significativa evoluzione nel settore, in cui il progresso tecnologico si integra con il rispetto per l’identità enologica.

 

Il futuro del tappo nel mondo del vino

 

Il dibattito tra tappo in sughero e tappo a vite continua ad evolversi, riflettendo la complessità e la ricchezza del mondo vinicolo. Se da un lato il sughero incarna una tradizione radicata e un’arte antica, dall’altro il tappo a vite offre soluzioni pratiche, sicure e sostenibili, capaci di proteggere il vino in maniera impeccabile. Il progetto "Svitati" rappresenta un esempio audace di come innovazione e tradizione possano coesistere, offrendo nuove prospettive per il futuro del vino. Il cammino verso una maggiore qualità e sostenibilità continua, e la scelta del tappo rimane uno degli elementi chiave per raccontare la storia, la passione e l’ingegno che contraddistinguono ogni bottiglia di vino.

Evelina Guerreschi

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