Rosa e vite: un binomio vincente per la salute della vigna

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Attraversando le aree a vocazione vinicola del nostro Paese, non si può fare a meno di notare un dettaglio che aggiunge fascino ai vigneti: le piante di rose poste in testa ai filari di vite. Questo accostamento, apparentemente decorativo, ha in realtà una lunga tradizione agricola e un significato che va oltre l’estetica. La rosa, infatti, non è solo una pianta ornamentale, ma un elemento prezioso per la salute della vigna e un simbolo del legame tra uomo e natura.

La funzione pratica delle rose nei vigneti

In passato, la presenza delle rose nei vigneti aveva una funzione essenziale. Oltre ad abbellire i campi, le rose venivano piantate per segnalare la fine dei filari, facilitando il lavoro degli animali da traino come buoi e cavalli. Durante le manovre, questi animali potevano facilmente danneggiare le piante di vite, mentre la presenza delle rose, ben visibili e robuste, li aiutava a orientarsi senza compromettere le coltivazioni.

Ma il vero motivo per cui le rose erano considerate indispensabili risiede nella loro funzione di “pianta sentinella” o “pianta spia”. Essendo più delicate della vite, le rose manifestavano per prime i segni di attacchi da parte di parassitimalattie fungine o carenze di nutrienti nel terreno. Questo permetteva ai vignaioli di individuare i problemi in anticipo e di intervenire tempestivamente per proteggere la salute della vigna.

Parassiti e malattie: un aiuto prezioso per i vignaioli

Grazie alla sensibilità delle rose, i vignaioli potevano monitorare la presenza di parassiti come metcalfe e ragnetti rossi e gialli, che potevano causare danni significativi alla vite. Allo stesso modo, le rose erano in grado di segnalare l’arrivo di malattie fungine come la muffa grigia (o botrite), l’oidio (noto anche come mal bianco) e il marciume radicale lanoso. Queste malattie, se non trattate in tempo, potevano compromettere seriamente la qualità e la quantità del raccolto, rendendo la rosa una vera alleata nella gestione del vigneto.

La muffa grigia, ad esempio, è una delle minacce più temute dai viticoltori, poiché provoca il marciume dei grappoli, compromettendo la maturazione dell’uva. L’oidio, invece, si manifesta con un pulviscolo bianco che decolora le foglie e ne riduce la capacità fotosintetica, indebolendo la pianta. Il marciume radicale lanoso, infine, colpisce le radici, rivestendole di una rete biancastra che impedisce alla pianta di assorbire correttamente i nutrienti dal terreno.

La rosa oggi: tra tradizione e bellezza

Con il progresso delle tecniche agrarie e l’introduzione di strumenti moderni per il monitoraggio delle colture, la funzione di “pianta sentinella” della rosa non è più indispensabile. Tuttavia, la sua presenza nei vigneti è ancora molto diffusa, soprattutto tra i viticoltori che desiderano mantenere viva la tradizione e preservare l’equilibrio naturale dell’ambiente. La rosa, infatti, non è solo un elemento decorativo, ma un simbolo del rispetto per i cicli biologici della vite e per la biodiversità.

La messa a dimora delle rose all’inizio dei filari è anche un modo per onorare il passato e valorizzare il paesaggio agricolo. I vigneti arricchiti dalla presenza delle rose diventano un esempio di armonia tra uomo e natura, un connubio che esalta non solo la bellezza del territorio, ma anche la qualità dei vini prodotti.

Le varietà di rose nei vigneti italiani

Ogni regione vinicola ha sviluppato una predilezione per determinate varietà di rose, spesso legate alle tradizioni locali e alla tipologia di vino prodotto. In Piemonte, ad esempio, si utilizza la rosa Astesana, una varietà dal colore rosso intenso che richiama le sfumature del Barbera. Nei vigneti di Moscato, invece, è comune trovare la rosa Dionisia, creata appositamente per l’Associazione Donne del Vino. Questa rosa è unica nel suo genere, poiché cambia tonalità a seconda del clima e del momento della fioritura, passando dal giallo arancio al bronzo.

In Toscana, le rose più diffuse sono la rosa di Magliano, nota per la sua fioritura abbondante e profumata, e la Balzastrada, conosciuta anche come rosa Alba Maxima. Quest’ultima è apprezzata per i suoi grandi fiori bianchi e il profumo intenso, che la rendono un elemento distintivo nei vigneti del Chianti fiorentino e senese.

Un legame tra bellezza e salute

Le rose nei vigneti non sono solo utili e decorative, ma rappresentano anche un simbolo di bellezza e salute. Con i loro colori vivaci e i profumi inebrianti, abbelliscono il paesaggio e ricordano che la viticoltura non è solo una questione di tecnica, ma anche di passione e rispetto per la natura. Questo legame profondo tra rosa e vite, che affonda le sue radici nella tradizione, continua a essere un elemento distintivo dei vigneti italiani, unendo estetica e funzionalità in un connubio unico.

Evelina Guerreschi

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