Il Picolit: un gioiello enologico del Friuli Venezia Giulia

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Le origini e la storia del Picolit

 

Il Picolit è un vitigno bianco autoctono friulano, coltivato prevalentemente nelle zone collinari orientali della regione. La sua origine rimane avvolta nel mistero, ma ciò che è certo è la fama secolare del vino che se ne ricava. Già nel XVII secolo il Picolit era apprezzato nelle corti di tutta Europa e considerato un vino degno di re e imperatori. Carlo Goldoni lo definì "la gemma più splendente del Friuli", sottolineandone il prestigio e il valore.

 

Nel XIX secolo, il vitigno rischiò di scomparire a causa dell’arrivo della peronospora e della fillossera, malattie che misero a dura prova la viticoltura europea. Fortunatamente, nel Novecento il Picolit conobbe una rinascita grazie agli sforzi di viticoltori appassionati, fino a ottenere il riconoscimento della DOC nel 1970 e della DOCG nel 2006 per il vino Colli Orientali del Friuli Picolit.

 

Il nome e le caratteristiche del vitigno

 

Il nome "Picolit" deriva probabilmente dalle piccole dimensioni dei suoi grappoli e acini. Una delle peculiarità più significative di questa varietà è il fenomeno dell’acinellatura, ovvero un’anomala mancata fecondazione dei fiori, che riduce drasticamente il numero di acini per grappolo. Tuttavia, ciò che potrebbe sembrare un difetto si traduce in un vantaggio: i pochi acini che giungono a maturazione presentano un’elevata concentrazione zuccherina e una straordinaria intensità aromatica.

 

Il processo di vinificazione

 

La vinificazione del Picolit è un’arte che richiede cura e pazienza. Le uve vengono raccolte tardivamente, quando sono già leggermente surmature, oppure vengono sottoposte a un leggero appassimento sui graticci per concentrare ulteriormente gli zuccheri. Il vino ottenuto subisce poi un periodo di affinamento in legno, durante il quale sviluppa le sue caratteristiche organolettiche uniche.

 

Il profilo organolettico

 

Il Picolit si presenta con un colore giallo oro intenso, un profumo elegante e complesso che richiama il miele d’acacia e il favo d’api. Il bouquet è straordinariamente ampio e offre una sequenza di sfumature aromatiche floreali e fruttate, che spaziano dalle albicocche ai fichi secchi, passando per note di agrumi canditi e spezie dolci.

 

Al palato è un vino dolce ma non stucchevole, grazie a un perfetto equilibrio tra zuccheri e acidità. L’eleganza, la persistenza e la sua capacità di evolversi nel bicchiere ne fanno un vino aristocratico e indimenticabile.

 

Gli abbinamenti gastronomici

 

Il Picolit è un vino da dessert straordinario, capace di esaltare la pasticceria secca, ma è anche un ottimo compagno per accostamenti più audaci. Tra i migliori abbinamenti troviamo:

- Formaggi erborinati come il Gorgonzola o il Roquefort, con cui crea un perfetto contrasto tra dolcezza e sapidità.

- Foie gras, dove la ricchezza del piatto trova un’armonia perfetta con la struttura del vino.

- Salumi stagionati, come il culatello o il prosciutto di San Daniele, che grazie alla loro sapidità bilanciano la dolcezza del Picolit.

 

Non da ultimo, il Picolit è un grande vino da meditazione, da sorseggiare lentamente per assaporarne ogni sfumatura.

Evelina Guerreschi

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