Lambrusco, un nome che evoca immediatamente l'Emilia, la sua tradizione, la sua cultura e la convivialità che la caratterizza. Questo vino, iconico e versatile, ha saputo conquistare il mondo grazie alla sua vivace freschezza e alla sua capacità di adattarsi a molteplici interpretazioni. Rosso o rosato, frizzante o spumante; secco o dolce: il Lambrusco è un caleidoscopio di gusti, perfetto per esaltare i piatti della cucina emiliana e capace di sorprendere anche nei contesti più esclusivi.
Il Lambrusco nasce storicamente dal metodo Ancestrale, una tecnica che prevede una rifermentazione naturale in bottiglia senza l’aggiunta di lieviti o zuccheri; un procedimento tradizionale frutto di un imbottigliamento precoce con la fermentazione ancora in corso.
Nel corso del XX secolo, grazie alla lungimiranza di alcuni produttori, sono state introdotte nuove tecniche di vinificazione, come il metodo Charmat e il metodo Classico. Il metodo Charmat, che prevede la rifermentazione in autoclave, è stato introdotto in Emilia nel 1959 dall’azienda Chiarli e ha reso il Lambrusco un vino accessibile e di grande bevibilità. Il metodo Classico, adottato dall’azienda Bellei, richiede una rifermentazione in bottiglia, un processo complesso e meticoloso, che conferisce al Lambrusco maggiore eleganza, struttura e complessità.
La produzione del Lambrusco si concentra principalmente in provincia di Modena, ma si estende anche in quelle di Parma e Reggio Emilia nonché in quella di Mantova, nella vicina Lombardia.
Il 60% della produzione emiliana annua, attualmente pari a 35 milioni di bottiglie, è legata a 6 denominazioni: Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Salamino di Santa Croce, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro, Modena, Reggiano e Colli di Scandiano e di Canossa. A queste si affianca l’indicazione geografica Emilia.
Ciascuna denominazione rappresenta una particolare sfaccettatura del Lambrusco, ma tutte condividono vini dalla freschezza vibrante e dai profumi fruttati che contribuiscono al loro equilibrio gustativo. Le tre varietà che afferiscono alle tre denominazioni “dedicate” si distinguono per caratteristiche uniche: quello di Sorbara dal colore rosso rubino tenue, denota poca struttura e una marcata acidità; il Salamino, dal grappolo cilindrico e serrato che ricorda nella forma un piccolo salame, rivela un colore più intenso insieme a una buona struttura, un corpo morbido e una media acidità; il Grasparossa, contraddistinto dalla colorazione rossa autunnale del raspo e dei pedicelli, si presenta di colore rosso tendente al violaceo, strutturato, di corpo morbido e di bassa acidità.
Le origini delle uve Lambrusco si perdono nella notte dei tempi. Esse compongono una grande famiglia di vitigni, che conta 14 distinte varietà e possono essere vinificate in purezza o in blend. Discendenti dalla Vitis Labrusca di latina memoria: una vite selvatica (ruscum) che cresceva ai margini delle campagne coltivate (labrum) e produceva uve con una presenza importante di tannino e acidità.
Se per la coltivazione disciplinata della vite bisogna arrivare al XIV secolo, come testimonia Pietro De’ Crescenzi, padre della moderna agronomia, è a partire dagli anni '70 del Novecento, che il Lambrusco conosce un vero boom produttivo, diventando una vera e propria icona “pop”. Si afferma come uno dei vini più venduti in Italia (oggi risulta essere il vino più venduto nella grande distribuzione organizzata) e tra i più esportati al mondo, in primis negli Stati Uniti. Qui era soprannominato "Red Cola" per la commercializzazione in lattina e l’immagine giovanile che trasmetteva. Questo appellativo, se da un lato contribuì a diffondere il nome del Lambrusco nel mondo, dall'altro ne snaturò la percezione qualitativa.
Negli ultimi anni, il Lambrusco ha vissuto una rinascita grazie al lavoro di produttori che hanno puntato sulla qualità e sull'espressione territoriale. Oggi, questo vino è apprezzato anche nei ristoranti stellati e ha saputo ritagliarsi uno spazio tra le etichette più ricercate.
Un investimento significativo è stato fatto in termini promozionali con la creazione del World Lambrusco Day, un evento pensato per il pubblico estero, da tenersi con cadenza triennale il giorno del solstizio d’estate. La prima edizione ha avuto luogo a Parigi nel 2023 mentre la seconda è prevista a New York nel 2026. Nel frattempo, la manifestazione viene proposta di anno in anno in una delle principali città italiane. Nel 2024 è stata ospitata da Matera.
Oggi il Lambrusco è un vino che unisce tradizione e innovazione, semplicità e raffinatezza. Con la sua versatilità si adatta ad ogni occasione. Degustarne un bicchiere è come intraprendere un viaggio sensoriale nel cuore dell’Emilia, pronto a stupire e inebriare chiunque voglia lasciarsi conquistare.